Quanti di noi coltivano, fin da bambino, un'idea, un sogno, m una passione...
Scrivere un libro, recitare in teatro, dipingere o cantare, cucinare o addirittura volare.
Quanti di noi magari in macchina in mezzo al traffico o magari nel bel mezzo di una noiosissima riunione, pensano "Si, questa volta lo faccio, vado a casa e comincio a..." poi però basta un clacson o un cellulare che suona per far sparire tutta quella forza e convinzione che avevamo fino ad un attimo prima e per ricondurci nella solita e frenetica noia.
Dobbiamo fermare quell'attimo.
Credo che sia molto importante. Fermiamoci, catturiamo ciò che, in quell'istante preciso, ha alimentato il nostro sogno : una musica, un'immagine, un'odore.
Inspiriamo e tratteniamo dentro di noi questa ispirazione. Diamogli spazio, facciamola finalmente crescere.
Spegniamo il telefono e iniziamo a creare.
E' necessario andare oltre noi stessi per ritrovarci.
"La logica vi porterà da A a B, la fantasia vi porterà dappertutto" A. Einstein
Sempre più di frequente mi accorgo che c'è un elemento fondamentale della vita che sta scomparendo : la fantasia. O, per meglio dire, siamo circondati dalla fantasia ma non è la nostra.
Viviamo all'interno di un fantastico mondo che è stato creato per noi ma non DA noi.
Siamo passivi.
Non applaudiamo nemmeno più. Tanto ci sono gli applausi e le risate registrare a sottolineare il nostro (?) divertimento. Nemmeno i bambini hanno più fantasia storditi come sono, in ogni momento, da immagini, videogiochi e cellulari.
In tutta questa aridità dobbiamo ritrovare la NOSTRA fantasia e allenarla.
Come?
Rispolveriamo, per esempio, il vecchio "binomio fantastico" : prendiamo due parole a caso che non si legano tra di loro e non hanno nulla in comune e costruiamoci attorno una storia. Inventiamo... mettiamo un po' del NOSTRO sale nei rapporti al lavoro, con gli amici, a scuola, con il partner. Usiamo il pensiero laterale che è in noi. Divertiamoci a stupirci, torniamo magici.
Giochiamo la nostra vita di tacco.
L'altra sera mi è capitato di vedere 127 ore, il di Danny Boyle basato sulla storia vera di Aron Ralston.
Il protagonista (James Franco)è un escursionista che, durante una gita solitaria nel Gran Canyon, rimane accidentalmente incastrato con un braccio tra la roccia e un masso che gli è rotolato addosso.
Se non conoscete questa pagina di cronaca non voglio svelarvi altro di questa straordinaria vicenda.
Il film è avvincente e scorre via veloce verso l'incredibile finale.
Ne sono rimasto piacevolmente colpito e sono convinto che dietro questa storia ci sia un grande messaggio : SIAMO QUELLO CHE FACCIAMO. Sempre, nel bene e nella male. Ma possiamo ancora cambiare, siamo ancora in tempo, anche se alle volte il cambiamento ci porta perfino a sacrificare una parte di noi.
Per questo è FONDAMENTALE avere la giusta motivazione che deve essere AUTODETERMINATA e di cui saremo responsabili per noi stessi e per l'impatto sociale che la nostra rivoluzione inevitabilmente porterà con se.
Vi consiglio di vedere il film o di leggere il libro.
Per farlo mettetevi gli occhiali... di quelli che vi fanno vedere "oltre".
Buona visione!
Secondo i sondaggi,mediamente una donna pronuncia,in una giornata, circa 20000 parole.Un uomo circa 7000,(si sà che le donne sono più chiacchierone).
Per farvi capire veramente bene,ciò di cui mi appresto a parlare,è necessario fare un passo indietro...
E' INUTILE ESSERE UN ARTISTA SE DEVI VIVERE COME UN IMPIEGATO.(THE STING-1973)
Ciao Giando
il mondo è bello perchè è vario, e questo si sà (o per meglio dire, si dovrebbe imparare).